A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nello scorso numero ci siamo occupati della storia della parrocchia dedicata
alla Beata Vergine Immacolata e a Sant'Antonio, che sorge in fondo a viale Corsica,
all'incrocio con via Kolbe; in questo articolo parlerò invece delle bellezze
artistiche ed architettoniche dell'edificio ecclesiale.
Iniziamo dalla facciata, in mattoni a vista. Essa presenta un'alta arcata
sopra il portone centrale, che è altresì sovrastato da un mosaico e da una
vetrata raffigurante le due figure Sante a cui la chiesa è dedicata.
All'interno, l'attenzione viene subito attratta dall'ampio presbiterio
(ristrutturato nel 1980), ed in
particolare dal grandioso mosaico, composto nel 1954, raffigurante “l’Apoteosi
Francescana Mariana”, eseguito dal laboratorio “Arte Musiva” di Milano su disegni
del Professor Pietro Cantù, che ebbe tra i suoi allievi Lino Sacilotto, mosaicista
di San Marco a Venezia.
Il mosaico si divide in tre parti: la Vergine Maria (parte centrale), il Cielo
(con il Padre e gli angeli osannanti) e la Chiesa (parte inferiore dell'abside).
Nella zona raffigurante quest'ultima si trovano vari personaggi di diverse epoche,
tra cui Cornelio Musso (XVI secolo), San Giuseppe da Copertino (XVII),
Papa Sisto IV (XV), San Bernardino da Siena (XIV-XV), Papa Pio IX (XIX) e San
Massimiliano Kolbe (XX), tutti accomunati dal dogma dell'Immacolata Concezione di
Maria.
Sempre nel presbiterio è degno di nota il crocifisso, di fattura eccellente, ma
di cui si ignora l'autore e l'epoca di realizzazione, non esistendo dati certi
sulla sua provenienza; le vetrate che rappresentano angeli che lodano il Signore
risalgono invece all'anno 1958.
Passando ora a visitare le cappelle, sicuramente è degna di una visita quella dedicata al Santissimo Sacramento e sita a lato del presbiterio. Questa Cappella rappresenta il trionfo del Sacro Cuore di Gesù. L’altare è in marmo rosso, sagomato secondo linee moderne, opera della ditta Biemmi e Curioni. Il mosaico, opera dei noti mosaicisti Sgorlon, su cartoni del professor Trento Longaretti (presente in numerose chiese milanesi con le sue opere), riproduce al centro il Sacro Cuore in un lembo di luce, sovrastato da due ordini di Angeli che inneggiano al “Regi saeculorum immortali”. Una corona di Santi e di popolo è in atteggiamento devoto verso Cristo. Anche qui troviamo personaggi di epoche diverse, accomunati dalla devozione al Sacro Cuore: tra essi, San Francesco d'Assisi (XII-XIII secolo), San Francesco di Sales (XVI-XVII) e Papa Leone XIII (XIX).
Nella navata di sinistra, invece, troviamo la Cappella del Battistero, realizzata nel 1959 dall'architetto comasco Piero Clerici, autore tra l'altro del Battistero di Santa Cecilia a Como. In essa si nota subito un enorme mosaico, disegnato dalla professoressa Lidia Silvestri, allieva di Marino Marini ed in seguito docente all'Accademia di Belle Arti di Brera. In esso si vedono Gesù e San Giovanni Battista in atteggiamento di battezzarlo; la Colomba, simbolo dello Spirito Santo, è posta nella sommità centrale dell’arco. A destra di chi guarda è riprodotto lo stemma gentilizio del donatore, il Principe Commeno d’Otranto.
Nella navata di destra si trova la Cappella del Crocifisso.
L’altare di marmo è opera della ditta Biemmi e Curioni. Il bellissimo crocifisso
sopra l’altare è opera del pittore milanese Lavagnini (autore tra l'altro delle
vetrate della parrocchiale di Marzio, in provincia di Varese) ed è eseguito a
tempera su panforte in legno intarsiato a nido d’ape, e
rimane rinchiuso in una teca di rame sbalzata e dorata, illuminata da luce al neon.
Il mosaico ricopre tutti gli spazi della cappella, riportando su tondi i simboli
della passione del Signore.
La lavorazione del mosaico è opera di Silvio Sgorlon. Il paliotto di marmo proviene
da Querceto (Toscana) ed è opera dello scultore Vincenzo Gasperetti (alcune opere
del quale si trovano anche nella chiesa di San Nicolao della Flüe a Milano);
esso riproduce le anime del Purgatorio: al centro è scolpito un Angelo con la
chiave del paradiso in mano; ai lati invece ci sono due Angeli in atto di liberare
le anime dalle fiamme e portarle in cielo. Il lavoro di quest’altare è iniziato nel
1958 ed è terminato nel 1959.
A fianco, la cappella di Sant'Antonio contiene un elegante altare realizzato
dallo scultore Gasperetti su disegno dell'architetto Dario Carozzi, un paliotto
che rappresenta la morte del Santo ed un mosaico disegnato dal professor Longaretti
e realizzato da Silvio Sgorlon, in cui ai piedi del Santo si vedono la Basilica di
Padova, il Santuario di Camposampiero e l'Oratorio del Noce.
Infine, la cappella di San Francesco si presenta anch'essa ricca di elementi
artistici: la parte marmorea, opera della ditta Biemmi e Curioni, il mosaico,
eseguito da Sgorlon su disegno di Longaretti, e il paliotto sottostante, opera
del noto scultore, pittore ed orafo Nado Canuti (milanese di adozione, essendo nato
a Bettolle di Siena, ma subito trasferitosi nella nostra città, dove divenne amico
di Mino Maccari, ed autore anche del Pegaso d'Oro del 2004), costituito da dodici
formelle in bronzo raffiguranti i fioretti di San Francesco.
Diamo un'occhiata infine alle vetrate del transetto. In quello di sinistra è
raffigurata la vita di Sant'Antonio. Queste vetrate sono uscite dai forni della
ditta Corvaia e Bazzi. L’autore è il famoso pittore ticinese Giuseppe Valerio
Egger, del quale nella sacrestia della Chiesa si può ammirare anche un’altra opera
sulla persona di Sant'Antonio, e che ha pure realizzato nel 1947 la pala d'altare
dell'Abside dell'Assunta nel Santuario di Santa Rita da Cascia alla Barona.
Le vetrate del transetto di destra raffigurano i misteri del Rosario, e furono
poste in opera in occasione dell’Anno Mariano del 1950. Questi vetri istoriati,
dai colori vivaci, acquistano particolare colore nell’ora del tramonto, quando il
sole li illumina con la sua luce.